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      Attraversava la fortuna i generosi disegni: le piogge dirotte guastarono tanto le strade, che la vettovaglia cominciò a mancare. Federigo, che aveva dato quella incombenza ai Milanesi, onde far nascere un appicco per romperla, non è da dirsi se si mostrasse crucciato per questo accidente. Cacciava dal suo campo i Milanesi, le Campagne loro mandava a sacco, i ponti sul Ticino ardeva, Rosate, Trecate, Galliate, e Mummia, nobilissimi castelli, sovvertiva. Tentarono i Milanesi placarlo con preghiere, e con doni, ma furono sempre rigidamente ributtati; dalle quali cose inaspriti, attribuendo a colpa dei Consoli quello che si dipartiva da mal talento di Federigo, insorsero pieni d'ira contro di loro, e ad Oberto dell'Orto fino dalle fondamenta rovinarono la casa. La qual cosa dimostra come fare del bene ai tuoi simili, specialmente poi alle turbe mutabili e matte, il più delle volte venga considerato delitto, il quale non può andare immune di pene condegne.
      Federigo, per adempire i desiderii di Guglielmo Marchese di Monferrato, muove contro Asti e Chieri. Trovatele vuote di abitatori, la prima abbatte, la seconda incendia; poi contro Tortona. Pretesto della guerra erano le ingiurie commesse dai Tortonesi a danno di Pavia; cagione vera l'essere collegati a Milano. Troppo lunga sarebbe la narrazione, quantunque piena di lagrime, della guerra di esterminio da loro preposta al mancare di fede verso Milano. Da levante, ponente, e tramontana, duramente assediati si difesero; alla vista dei proprii concittadini prigionieri, dal barbaro nemico impiccati, non piegarono; per sessantadue giorni dalle mura i nemici respinsero; le mine fatte alla Rôcca Rubea, per via di contrammine resero vane: finalmente consumati i cibi, – le acque, che andavano ad attingere fuori della città, con pece, zolfo, ed altre immondezze dall'assediatore guastate, si arresero.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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