Pagina (145/699)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Giunge le novella a Federigo, che furiosamente levatosi in pič grida:
      Chi č questo Papa che mi ha ributtato dal suo Sinodo? Chi č colui, che vuole toccar la mia corona su la mia testa? Chi č colui che lo puō? Dove sono i miei gioielli? Presto, recatemi i miei gioielli." Glieli recavano: aperta una cassetta, dove teneva diverse corone, ne tolse una, e se la pose in capo dicendo: "Oh! ella non č per anche perduta; nč Papa, nč Sinodo, me l'hanno tolta, nč me la torranno senza che sangue ne costi."
      Dopo questa sentenza Federigo non ebbe pių un'ora di bene. Innocenzio spedė lettere circolari per ribellargli la Sicilia; tentō farlo morire per opera di congiura ordita dai figli del Gran Giustiziere Mora, dai San Severino, e dai Fasanella: andato a vuoto il tentativo, non cessō dalle insidie, anzi viepių accendendosi in quelle istigō Piero delle Vigne, rimasto trascurato in corte dopo il Concilio, a ministrargli il veleno. Giaceva Federigo leggermente ammalato, allorchč Piero si dispose all'opera di perfidia: fattosi alla camera dove era l'Imperatore, lo confortō a bere certo liquore composto da un suo medico, e gli affermava che ne sarebbe tosto guarito. Federigo di tutto giā consapevole assentiva; giunto che vide il medico, si volse a Piero e gli disse: "Piero, č questa la bevanda che l'amico porge allo amico ammalato?" Poi con aspetto feroce ordinava al medico gli desse la tazza; questi pauroso della vita finge sdrucciolare, cade, e la rovescia per terra: poco gli giovava il consiglio; lo sparso liquore fu verificato per veleno, ond'egli n'ebbe la testa mozza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





Giunge Federigo Papa Sinodo Glieli Papa Sinodo Federigo Sicilia Gran Giustiziere Mora San Severino Fasanella Piero Vigne Concilio Federigo Piero Imperatore Piero