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      Non sospiro, non voce lamentosa gli usciva dai labbri.... quello che dal profondo dell'amarezza, o dal furore dell'ira potea dirsi, aveva detto miliardi di volte; – gli rimaneva il silenzio, ed egli era muto come un sepolcro. Gli anni lo avevano affatto cancellato dalla rimembranza degli uomini. – Per lui niun gemito, nessuna parola di amore; e se talora il nome si affacciava al pensiero dell'antico servitore, che seduto a canto al fuoco narrava le glorie della casa di Svevia ai valletti e all'altra gente della famiglia, si guardava bene di chiamarlo sul labbro, perchè ricordava un colpevole di tal delitto, che atterrisce lo stesso Lucifero; o se pure ve lo chiamava, lo profferiva in basso sussurro.... alla sfuggita.... come quello di un dannato. Per lui vivo non si aveva nè pure quello scarso affetto che si conserva pei morti.
      Distese a gran fatica la destra; – ella tremava paralitica: già era presso a sovrapporla al tavolino, quando tornò a penzolargli: – soprastava alquanto tempo.... poi la rimuoveva.... brancolando strinse il Crocifisso, e se lo recò alla bocca in atto di bere; non sentendo il refrigerio dell'umore, aperse spaventato gli occhi, e vista la immagine del Redentore la rimise con impazienza su la tavola mormorando tra i denti: "O Cristo, io ardo di sete!" Ghermiva la tazza, e bevendo bramoso lasciava gocciare giù pel mento e pel petto l'acqua, nè se ne mostrava infastidito: – estinta la sete, dette un gemito, e ricadde immobile nel primiero torpore. – Di uomo ormai non gli rimaneva che la parte schifosa dei bisogni!


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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