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      Enrico non rispose nulla. Rogiero alzò il volto, e lo vide immobile, come se non avesse inteso le sue parole; gli scosse leggermente la mano, e replicò: "Benedizione! benedizione!"
      Benedizione! benedizione!
      rispose Enrico come se fosse stato l'eco; e dopo: "questa è una parola di amore. Gli uomini lassù" ed alzava la mano "l'adoperano piangendo. Il passato trascorre senza séguito per la mia memoria; un alternare di caligine e di luce mi occupa l'intelletto.... ma parmi.... e certo anch'io fui benedetto tra gli uomini. – Io non posso ricordarmelo adesso.... ma fu uno sfinimento d'immensa passione.... Ah! benedisse mio padre questa testa, che aveva macchinato il disegno di levargli la vita!" E qui si dava dei pugni nella fronte, e pregava, e bestemmiava tutto doloroso.
      Lo rattenne Rogiero, e gli ripeteva all'orecchio: "E questa benedizione parla per voi; sta il suo perdono al cospetto di Dio, ed ogni peccato vi è stato rimesso."
      Valcherio! Valcherio! è una spada questa che mi cacciate tra mano? – Forse con la spada alla mano il figlio deve incontrare il seno del suo genitore? – Si addicono coteste parole ad un arcidiacono di Santa Madre Chiesa? Sono parole del demonio.... via.... via, in nome di Dio, non tentarmi. – Il Papa? Sei un mentitore; il Padre dei Fedeli non può volere il parricidio. – Oh! come splende bella quella corona reale.... come superba.... L'ami? – Se l'amo! – Ebbene, ella si conserva per te in Monza dai tuoi leali Milanesi.... ma bada, fra te e quella corona si trammette una vita.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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