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      .. si spenga. – Misericordia... misericordia, io sono contrito qui nel profondo.... Che giova? un pensiero cancellerà una colpa? Ma e il suo perdono? – Che giova? L'opera del malvagio può esser mai tolta dalla generosità di un buono? Ma io ho sofferto tanto! Quanto è che soffro?
      Qui si frugava d'intorno, e non potendo trovare quello che cercava, soggiunse: "Il tempo ha consumato l'arnese che mi serviva a distinguerlo, ed io vivo ancora! Pure ho detto di perdonare tutto a tutti, anche a Manfredi...."
      Manfredi!...
      Chi ha nominato Manfredi? Tacete il suo nome per pietà.... piuttosto ponetemi alla tortura.... abbruciatemi gli occhi.... ma non chiamate Manfredi.... egli è un nome che stette lungamente nel mio cuore unito con desiderii di sangue: – ora il giorno della vendetta passò, perciò sopraggiunse quello della morte. – Chi lo avrebbe detto? Il suo sorriso era il sorriso della innocenza, la gioia pura gli scintillava dagli occhi.... le parole soavi.... Lo dicevano tutti il più gentile damigello d'Italia: egli sospiro delle vergini, egli invidia di Trovatori e cavalieri, la gemma più bella del diadema di Federigo. – Il suo volto pareva di angiolo; il suo cuore.... Ah! il suo cuore non ha paragone... il vincolo di cotesta anima a quel corpo fu colpa od errore. – Sete feroce di dominio! Manfredi, hai cinto il serto bramato? Senti, via, come pesa sopra la testa, allorchè invece di gioielli ha la maladizione di un'anima disperata, e la condanna della giustizia di Dio....
      Oh! padre mio.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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