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      .. la sicurezza loro...
      Ma e non potrei rompere la cera e la seta che sigilla questo foglio, e leggerne...?
      Voi nol fareste; e poi...
      In questo non troverei il nome vostro; v'intendo. Sia come volete. Ordinate che mi conducano fuori; ho bisogno di confortarmi coll'aria fresca.
      Dove ci rivedremo?
      A San Germano.
      A San Germano.
      Ciò detto il Conte della Cerra, fatto un segnale, chiamò l'uomo d'arme Roberto, che lo condusse fuori con quelle stesse cautele che aveva adoperate per introdurlo.
      Uscito della stanza, il Cerra scosse pel braccio il Conte di Caserta assorto in cupi pensieri, e gli disse: "A che pensate, Messere?"
      Penso a quanto lo avrei amato, se mi fosse stato concesso per figlio.
      Egli è senza dubbio un gentil damigello; rammenta i bei giorni della giovanezza di Manfredi.
      Pur troppo, pur troppo si assomiglia a Manfredi!
      gridò il Caserta, e levatosi impetuoso gettò lontana la sedia, e per una delle porte si allontanò.
      Ahgiubbilando nella pienezza del suo feroce sorriso, disse il Conte della Cerra: "l'ho punto su la piaga." E dopo stette lungamente a considerare il luogo pel quale si era dileguato; alla fine riprese: – "Imbecille! le menti come questa" e si toccava la fronte "non sono nate a soffrire; – se i tuoi disegni, comecchè stolti, gioveranno ai miei, ti aiuterò; altrimenti con un bel prostrarmi, ed un migliore domandare perdono, te pongo sotto la protezione di una forca, me sotto quella del trono– E, gettando per terra il drappo che gli copriva il volto, uscì per una porta diversa da quella per la quale era uscito il Caserta.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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