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      Quel corso imperversato avrebbe a certa rovina condotto cavallo e cavaliere, se la ventura non gli avesse sovvenuti di pronto soccorso. Un uomo montato sopra un ronzino, che se ne andava anche egli così fuori di mano a quell'ora, vista quella furia, si mise a tutta briglia dietro Rogiero gridando: "Signor cavaliere, signor cavaliere, per amore di Dio, fermatevi: al confine di questa pianura scorre la riviera profonda; – signor cavaliere, fermatevi, – v'annegherete di certo."
      Rogiero non udiva cotesti gridi, e spronando, e spronando, si avvicinava alla morte. Quell'uomo, benchè cavalcasse un ronzino di trista apparenza, ora animandolo con la voce, ora stimolandolo con le percosse, potè, sebbene a fatica, raggiungerlo, e dirgli di nuovo: "Signor cavaliere, voi volete morire ad ogni costo, per quello ch'io vedo: al fine della pianura corre il torrente.... sentite il fracasso che mena da lontano: deh! non vogliate perdere così l'anima, e il corpo; o uccidetevi almeno in parte, dove un prete possa farvi l'esequie.... Intendete, ehi! dico, signor cavaliere?" E qui preso per la briglia il cavallo di Rogiero, lo fermò. Questi, trapassando allo improvviso dal moto alla quiete, si rinvenne, guardò attorno, mise una mano alla fronte, e disse: "Dove sono? – Chi sei?"
      Sono un povero cristianello, che vado di uscio in uscio accattando la vita per l'amore di Dio; mi sono trovato sul vostro cammino, ho veduto al barlume il vostro pericolo, e mi sono affrettato ad avvertirvi che qui presso corre il torrente.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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