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      Non li conosco, non ho obbligo con nessuno: – posso odiare senza rimorso, e vivo odiando. Vattene dunque nella tua mal'ora, e possa incontrarti una morte cento volte peggiore di quella dalla quale tu mi hai liberato!
      O signor cavaliere, non parlate così, vi scongiuro pel Santo Sepolcro. Da che voi non volete darmi neppure una burba39 di elemosina, sovvenitemi almeno della vostra compagnia, finchè saremo usciti da questa contrada: sappiate ch'ella va per le guerre della Santa Sede col Re Manfredi tutta piena all'intorno di ladri, e di gente di malo affare; non mi negate questa cortesia, che vi possano guardare sempre benigni gli occhi della vostra dama!
      Io non vo' compagnia: se ti senti debole, perchè ti metti in pericolo? La vita deve nudrirsi col dolore: perchè vuoi sfuggire la tua parte, o perchè pretendi che un altro la consumi con te? Io penso a me. Qualora la tua salvezza dipendesse da un moto della mia mano, da un cenno dei miei occhi, – non lo sperare: i tuoi tormenti faranno le mie gioie, perchè conoscerò che non sono maledetto solo. – Non sai che il pianto della disperazione scende rugiada di conforto all'anima disperata? Or via, allontánati: se insisti a voler essere mio compagno, il mio pugnale mi farà solo. – L'uomo non è compagnia conveniente all'uomo: – più tosto il serpente del deserto.
      Profferite queste parole, si allontanò. Giunse alla riviera, nè trovando barca da passarla, si dette lungo la riva a seguitarne la corrente, sperando rinvenire un ponte.
      Venne il mattino.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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