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      Messer sì.
      Perchè volevate far questo?
      Oh! non era nulla: amavamo così avere un per esempio del come Federigo Imperatore faceva morire i nostri colleghi, quando gli capitavano tra mano.
      Avete trasgredito una legge della nostra compagnia voi meritate una pena.
      Chi ha fatto codeste leggi, messere?
      La nostra libera volontà.
      E chi ha fatto il carro lo può disfare. Tutto varia in questo mondo, riti, lingue, costumi, cielo e terra, e non dovrà mutare un codice di masnadieri, fatto dopo cena col bicchiere alla mano?
      Chi è quegli che vuol mutarlo qui?
      gridò Ghino con tale una voce che strinse i cuori dei suoi compagni, girando certi occhi all'intorno, che fecero abbassare tutti quelli nei quali s'incontrarono: "chi è che vuol mutarlo qui? La nostra piccola società procede diversa dalla grande, che comprende la vasta famiglia degli uomini: qui non sono patti ai quali non siate intervenuti, non promesse che voi non abbiate fatto, o giurato; non leggi, se non prima da voi lungamente discusse, e con pienezza di consenso votate. Voi tutti vi dipartiste dalla gran società, perchè odiaste, o sivvero offendeste, i suoi statuti; ma intervenendo in un'altra, gli statuti e le costituzioni non erano niente meno necessarii: nessuna rettitudine d'ordine senza legge, nessuna durata di scambievole fratellanza. Le leggi discusse e giurate non si vogliono toccare così di leggieri, e mai, se fosse possibile; altramente operando, daremmo trista opinione della umana sapienza, e della eterna giustizia, accennando, con tanta mutabilità di provvedimenti, che non si dà bene in questo mondo, o che è cosa disperata conseguirlo.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





Federigo Imperatore Ghino