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      Che volete? ogni uomo ha le sue opinioni, ed io ho questa. E' visse un popolo nell'antichità, come mi dicevano i miei maestri, che faceva morire per compassione i mal fatti di corpo, e si trova chi lo loda; or come, uccidendo io i male disposti di cuore, che è molto peggiore cosa, potrebbero biasimarmi? L'antichità si reputa madre solenne di utili ammaestramenti, messere.
      E chi sei tu, che pretendi scrutinare i pensieri dell'uomo, e vuoi assumere la più portentosa qualità del Signore? Se veramente cotesti sono i tuoi sentimenti, tu meriti, piuttosto che ragioni, pugnalate. Questo ti basti, che il debole non fu mai trucidato che dal vile: la storia del lione San Marco, che pochi anni fa salvò a Fiorenza il bambino Orlanduccio, t'insegni, che il forte è magnanimo.
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      Con questo mi pare che vogliate tacciarmi di vile, e voi mi dite cosa senza significato; io vi dirò onesto, e avremo detto una menzogna od una stoltezza per uno.
      Drengotto!
      Eh via! gettiamo questa sopravvesta di virtù che non conviene a noi altri che facciamo mestiere di rubare le strade: non vedete che sembriamo il demonio in abito da cappuccino? guardiamoci nella nostra nudità; ella è schifosa, ma noi abbiamo cuore da sostenerla: diciamoci apertamente scellerati; che cosa giova celarlo? tanto, nessuno ci crede. Ecco qui, – sia onore, sia pena, ognuno di noi porta il segno di Caino sopra la fronte; avrete un bel tirarvi il berretto su gli occhi; il segno sfonderà il panno e si farà vedere; ovvero accadrà di voi come di quella donna, che per celarsi lo sfregio del volto si pose la gonnella in capo e mostrò nudo il di sotto.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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