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      E si scoperse: – miserabile spettacolo! – diguazzava dentro un lago di sangue.
      Tredici! – Ho vinto! – abbiamo vinto, Beltramo; – cinque ne perdono.
      Segna al muro, a scanso di liti.... O Vergine gloriosa! Perchè non m'hai chiamato prima, Drengotto?
      disse Beltramo, e si affaccendò a rifasciargli la ferita.
      Sta bene!
      rispose Drengotto sorridendo "ma fermati, che oggimai tu faresti opera vana. – Io ti ho chiamato per rogare il mio testamento nuncupativo; e voi pure, compagni, accostatevi ed ascoltate le mie ultime disposizioni."
      I masnadieri, che avevano finito il giuoco, e senza il quarto andavano malamente innanzi, sorsero, e ognuno col bicchiere alla mano s'incamminò verso il letto del ferito. Questi, vedutili pronti ad ascoltarlo, incominciò:
      Invocato, etc. etc. Considerando essermi vicina la morte, che forma la conclusione della vita, di mente sanissimo, cioè, come sono stato sempre, lascio da prima l'anima a cui di ragione, e il corpo, poichè non ha pelle che possa giovarvi, tutto intero alla pianura. Item lascio le mie armi e le mie vesti a cui primo le piglierà. – Item il mio danaro a voi altri quattro, onde facciate dirne, o ne diciate voi stessi.... tante partite a zara. – Item a voi, il vino che tengo in serbo nella capanna, perchè possiate passare allegramente questa notte, e la seguente se ve ne avanza....
      Oh! l'abbiamo già presoesclamarono tutti.
      Dunque cassi il notaro questo legato,
      disse il moribondo ridendo. "Quindi instituisco erede nella università dei miei debiti Beltramo di Tafo, che mi ha fatto tanto amorosa guardia in questa ultima malattia.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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