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      Il Maestro si fermò col corpo curvo, il berretto in mano, senza battere palpebra; pareva percosso da quella tal malattia che i medici chiamavano Catalessi, l'effetto della quale consiste nel far restare l'ammalato nella posizione in che fu sorpreso.
      Vassallo!
      Monsignore.
      Sapresti tu darmi contezza chi sia il timoniere?
      Dirò, Monsignore,
      rispose il Maestro, e il cuore gli si allargava, chè adesso poteva dar la via alle parole da tanto tempo trattenute e con tanto fastidio; "allorquando corse grido per Provenza che voi eravate determinato alla impresa di Napoli; e furono incominciati gli apparecchi, una sera, il 15 ottobre, se mi rammento, tornandomene a casa, prendendo su per la piazza di Santa Genevieva, m'imbattei in Messere Guasparrino, gran mercante di panni franceschi, intrinsecissimo mio, e di più compare, avendogli tenuto al sacro fonte un suo figliuoletto che adesso potrà avere da circa due anni; e se a voi accadesse di vederlo, Monsignore, sono certo che lo terreste pel più bel garzone del mondo...."
      Dunque?
      interruppe Carlo.
      Dunque, come io vi diceva, Monsignore, Guasparrino tornava da Pisa per certe sue bisogne, e vedutomi da lontano mi corse a braccia aperte incontro, gridando: Oh! oh! compare. – Oh! Guasparrino, siete voi? risposi io. – Ed egli: Come state? – Ed io: Grazie a Messere Domine Dio, non mai bene quanto ora; e voi? – Ed egli Eh! così.... ma gli anni cominciano a diventar troppi, bel compare mio. – Ed io: Che andate voi pensando agli anni? la morte ci ha da cogliere vivi, compare.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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