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      Poichè si fu accertata ch'era il suo nepote, divenne a un tratto vermiglia, di lì a poco bianca; fece prova di sostenersi al balaustro, ma le forze le mancarono, e priva di conoscenza cadde nelle mie braccia. – Da quel giorno tutti mi hanno dichiarata la guerra, ed io assai lietamente mi difendo da tutti. La savia dama morì, e m'istituiva suo erede: ella teneva Radicofani dalla Chiesa, io non lo tengo da alcuno, e non corrispondo vassallaggio, nè omaggio; – che vengano a cacciarmi, se valgono. I Conti di Santa Fiora più di una volta hanno avuto le tempie rotte, i castelli arsi, i poderi guasti: alla fine, lasciata la campagna, si ripararono nelle mura di Siena, io ve gli ho chiusi in confino; se osassero romperlo, pena – la morte. Le mie imprese non sono da raccontarsi; – figuratevi che, cosa può fare un povero masnadiero! se però non furono illustri, non furono nè anco crudeli. Il bene mi è conteso, la gloria vietata; ciò che mi si concede sperare è di essere meno aborrito. Ora poi mi ha preso vaghezza di accostarmi al Regno, perchè amo Manfredi; e quantunque ei non lo sappia, ha in me un amico che lo sosterrà finchè l'anima gli basti."
      Santa Maria! Voi amate Manfredi?
      E perchè non dovrei amarlo? non sono i suoi costumi quali la stessa invidia non potrebbe emendare?
      Male accorto che siete! egli è il più tristo che illumini il sole: uccisore del suo fratello, mortale nemico mio.
      E in questo punto Rogiero gli narrò le cose avvenute, quelle che disegnava operare, e alla fine delle sue parole interrogò: "Che parvene?


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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