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      – Ora camminando giungono in parte dove la montagna tagliata a perpendicolo non offre adito a cui va senza l'ale; i precedenti incalzati dai susseguenti vi danno dentro in molto sconcia maniera; indarno sospinti, partecipano di mano in mano ai più remoti quella involontaria immobilità. – "Non v'erano sepolcri67 in Francia, che ci hanno condotto a morire su le aperte montagne? Dove è il Conte di Monforte? venga il Conte, e ci riconduca a casa," – urlava la plebe imperversata. – "Ritorniamo," gridò il Conte cruccioso, "poichè questo è il piacere vostro, ritorniamo: già da tre giorni camminavamo questa via, oggimai eravamo presso al termine, dove i nostri amici di Monferrato ci hanno apprestato luoghi da riposare, cibo da ristorarci: le vettovaglie che ci rimangono, serviranno mala pena pel giorno futuro; moriremo per istrada di fame e di freddo; – che cosa importa? ritorniamo. Forse adesso Monsignor Carlo tra gli applausi di Roma ci attende, ci attende il Pontefice santissimo, gl'Italiani ci attendono; ma sia per noi la speranza loro tradita, sia per noi manifesta alla gente la nostra viltà: già i nostri padri condotti da Carlo Magno queste Alpi stesse, fortificate dagli uomini, difese da una intera nazione, superarono; – felice lui, che i cieli chiamavano a condurre i valorosi! noi, figli degeneri, fuggiamole senza che alcuno ce le contenda; torniamo in Francia tra i nostri fratelli che tanti pericoli con inudita costanza vincevano in Palestina, ed una palma di splendidissima gloria conseguivano; le insegne dalle nostre dame donateci, onorate di così illustri imprese, a restituire torniamo.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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