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      Ah! Contessa, mi pare tanto bella l'unione di Buoso col Demonio, che sarebbe gran peccato sturbarla.
      Dopo queste parole, la Contessa volgendo la faccia a Rogiero, con donnesca leggiadria gli disse: "Bel Cavaliere, noi intendiamo per queste lettere, che voi ci siete apportatore di liete novelle; se possiate conservare sempre l'amore di vostra dama, vorreste voi favorircele?"
      Madama, quali esse sieno potrete sapere da queste carte.
      Il Monforte, a cui furono trasmesse, cominciò a leggere con quella sua naturale freddezza, ma in proporzione che procedeva si affrettava agitando il capo a destra e a sinistra, brontolando indistintamente le parole: quando fu giunto al termine, lasciò la carta, e sollevando gli occhi e le mani al cielo disse con un sospiro: "Sire Dio, noi avremo Italia senza colpo ferire! Io la reputava terra di gloria...."
      Così grande fu la vergogna di Rogiero a questa esclamazione, che sentendosi duramente stringere il cervello si appoggiò alla parete per non istramazzare per terra.
      Che mormorate, Conte?
      Questa è terra di cui se la piglia.
      Perchè, Conte?
      Perchè i traditori ci allignano più dei fedeli, e i maggiori Baroni di Manfredi ci chiamano liberatori al solito, perchè andiamo a liberarli del loro tiranno al solito, che così si chiama colui che vuolsi tradire.
      Ah! cugino, tanta è l'allegrezza che mi avete recato, che per poco non sono venuta meno. Avrò finalmente corona! anche io sarò salutata Regina! non più distinta dalle superbe sorelle con un segno di obbrobrio!... potrò anch'io levare baldanzosa la faccia!


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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