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      S'alza all'improvviso altissimo suono di risa per dileggio dei vinti, e un battere di mani pe' vincitori, e uno urlare, e un pestare, che assordava la gente: le dame sventolavano le ciarpe; Carlo godeva in suo cuore che con la paura degl'Italiani si mantenesse la reputazione delle armi francesi.
      Siete voi Italiano?
      – domandò il Cavaliere del fulmine al Cavaliere primo venuto.
      Sono.
      E che pensate di fare?
      Vincere, o morire.
      Insegniamo dunque a cotesti superbi che noi due bastiamo per tutti.
      Al punto stesso voltano le teste dei cavalli: gli spettatori in attenzione di nuove cose si tacciono. Trasportati dall'impeto dei loro destrieri, i tenitori che primi incontravano le lance nemiche furono Bilmont e Bresilles; questi percosso dal Cavaliere primo venuto stramazza sul terreno a gambe levate; quegli ferito dal Cavaliere del fulmine di colpo tanto rovinoso, che la lancia, rottagli la visiera, gli entra in bocca, gli taglia la lingua, e gli riesce dietro la nuca, sollevato di sella è scagliato cadavere lontano nel campo. I due Cavalieri italiani, riabbassate le aste, continuando il corso, si affrontano in Mirapoix il Siniscalco, e Jonville, il giovane Cavaliere; Mirapoix e il cavallo sotto l'asta del Cavaliere del fulmine vanno sossopra, e il peso dell'animale fiacca una gamba al caduto, che dai sergenti viene trasportato tutto doloroso fuori del combattimento; Jonville, quantunque côlto al cimiero premesse con le spalle le groppe del suo cavallo, e l'asta per lo spasimo gli sfuggisse di mano, nondimeno afferrata la spada voleva ricominciare lo affronto: il Cavaliere del fulmine gli spinge addosso il cavallo, e gli prende la mira sul fianco; guai a lui se l'avesse côlto, chè non avrebbe mai più vestito piastra nè maglia; ma il Cavaliere primo venuto vedutolo approssimarsi prese tempo, e gli dette tal colpo sopra la lancia, che sviatala dalla mira, si conficcò nelle coste del cavallo, nè si rimase, finchè tutta sanguinosa non apparve dall'altra parte: Jonville abbrividì a quel colpo, e considerando la sua vita andar salva per opera del Cavaliere primo venuto, porgendogli la spada gli disse: "Signore, la cortesia vostra mi ha conquistato.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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