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      – Dunque un'ora avanti giorno fa di trovarti sotto quel verone, attento, con la daga alla mano; udrai calarsi una persona.... aspetta che sia arrivata presso terra, allora.... – Di forza, con la daga nei reni, e una abbottonatura a due parti, Messere? – Sì.... verrò subito dopo, scaveremo una fossa.... nè alcuno sarà consapevole del fatto, meno di te. – E in me sarà sepolto, come il suo cadavere nel terreno. – Lo spero, sebbene la cosa non meriti, perchè egli è un ladro.... – Già.... – Che da più notti tenta rapire il tesoro della mia famiglia, e forse.... – Già. – Nondimeno guarda, per quanto hai caro il mio amore, di tenerlo celato; buona notte, Roberto. – Dio vi abbia nella sua santa guardia, Messere. – Tornai nella sala dove gli altri vassalli ascoltavano tuttavia con moltissima attenzione la leggenda del Maggiordomo, e senza che
      alcuno se ne accorgesse, accostai di nuovo al fuoco la mia sedia; colà, declinando la faccia, mi poneva a fantasticare: – che bisogna è mai questa? di ladro parmi non debbasi dubitare, perchè avrebbe disposto i servi in maniera che non potesse fuggire, e così prenderlo vivo, e martoriarlo a tutto agio. Questo è certo qualche celato amante, che la sua figlia.... Oh! non tornerebbe meglio compire il desiderio di quelli innamorati, che macchiarsi le mani nella vecchiezza dentro il sangue? ma! ei l'ha per casato: forse che il giovane non è della sua nobiltà; forse sarà qualche valletto di casa; forse mi siede accanto! – Mi voltai, e vidi presso di me un vecchio falconiere fatto presso che cieco dall'età, onde rassicurato riprendeva: – diverrà d'oro la polvere nella quale si sciorrà il corpo del mio signore? trae la sua origine da più antico uomo che non è Adamo? dovrò io uccidere a tradimento tale, cui forse ho giurato fratellanza?


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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