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      Tutti gli occhi si voltarono da quel lato. Il pellegrino, conoscendo non potersi celare, si fece oltre arditamente, e vôlto ai più vecchi, giungendo le mani e sollevando gli occhi umidi di lagrime, favellava: "O Signore, ben sei misericordioso e sapiente in ogni opera tua, così che quello che ci mandi deve essere tutto bene, quantunque ci si offra sotto la forma del male; pure per le preghiere di questi Fedeli, per quelle di me peccatore, ti piaccia liberare quella povera carne battezzata" e mostrava il Cavaliere "da tanta tribolazione; vedi, come lo travaglia il nemico del genere umano; vedi, come esulta della vittoria l'angiolo maledetto..."
      Ah traditore!
      gridava con quanto aveva in canna Rogiero "lascia che io mi ti accosti, e vedrai chi di noi due sia indemoniato..."
      Deh! vedete, fratelli,
      senza dargli mente continuava il pellegrino "a che mena il peccato; divenite savii dall'esempio altrui, frequentate i sacramenti, digiunate, vigilate, perchè il tentatore sta sempre alle velette..."
      È indemoniato?
      urlava la gente accorsa, tutta atterrita.
      Iniqui!... stolti!...
      con la spuma alla bocca urlava il mal capitato Rogiero, e avventavasi digrignando i denti.
      Tenetelo forte, fratelli, ma con carità, che sebbene indemoniato, egli è pur sempre Cristiano; tenetelo, – a voi, – legatelo per amore di Dio: – considerate, fratelli, la malignità del Demonio, che lo spinge contro me perchè sono prete. Lui misero, se mi percuotesse! chè incorrerebbe súbito nella scomunica lata; – il Canone parla chiaro: Si quis suadente Diabulo huius sacrilegii realum incurrerit, quod clericum, vel monachum, etc.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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