Pagina (530/699)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      In questo accostandosegli il Re ripeteva sommesso: "Che parvene, Contestabile?"
      Potete concedere il campo.
      – Il che era vero; ma egli non lo consigliava mica per giustizia, avvisando, che se speranza di salute avanzava, consisteva nel levar di mezzo quella vita tanto sospettata del Cerra; cosa che sarebbe di certo avvenuta, dove fosse stato costretto a combattere, essendo costui d'indole codarda, di corpo indebolito, ed il suo avversario, a giudicarne dal sembiante, assai prode uomo di guerra: faceva in somma il Caserta al Cerra per caso quello che non era riuscito al Cerra di fare al Caserta per arte.
      Noi abbiamo pensato, Contestabile,
      disse Manfredi al Caserta, "di ridurre questo affare a giudizio civile, perchè da questi giudizii di Dio non si ricava mai nulla che valga, e spesso lo invocato, che vi dovrebbe assistere, non vi assiste, e con manifesta ingiuria della giustizia il torto prevale alla innocenza."
      Pure la religione....
      – si avvisò interrompere un Cavaliere.
      La religione è cosa santa; ma v'ha tal donna chiamata superstizione che veste sì come ella veste, oscena di volto quanto quella è leggiadra; e per andare ambedue velate, la gente grossa non le distingue, Barone.
      Dioinsisteva il Cavaliere "ha spesso visibilmente protetto la innocenza nei suoi giudizii."
      Spesso anche no: perchè dobbiamo porlo nella necessità di fare un miracolo, che noi non sappiamo se sia decretato nel suo santo volere? perchè infastidirlo quando l'uomo può fare da sè? non ci ha egli dato il senno per questo?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





Contestabile Cerra Caserta Cerra Cerra Caserta Contestabile Manfredi Caserta Dio Cavaliere Barone Cavaliere