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      E sì che se ne trovano meglio di cento! Mollak,
      chiamò Manfredi "non è egli vero che nelle vostre storie occorrono molti esempii di Amiri, e di Raiah, che hanno differito il duello secondo la volontà dei loro signori?"
      Erano i Mollak nei campi dei Saraceni quello che sono nei nostri i cappellani militari, se non che avevano alcuni attributi più cospicui, come essere consultati negli affari civili, sedere secondi dopo gli Amiri nelle assemblee militari, avere reputazione di sapienti, e molti altri che troppo vi vorrebbe a numerare. Il chiamato mostrava forse sessanta anni; venerando per pelame bianchissimo, di volto era acceso, gli occhi avea piccoli, neri però, luccicanti come due prugnole; rideva sovente, ma quel sorriso era fitto, nè compariva per altro segno che pel tremolio dei peli che in copia gli coprivano le labbra; e siccome cotesto moto poteva derivare dal più leggiero alitare dell'aria, così egli rideva sul viso alla gente senza che essa se lo pensasse: pel resto, maliziato quanto un mercante che vende, attento quanto un giudeo che compra, ipocrita un po' meno dei galantuomini del secolo diciannovesimo: e pure i Saraceni lo reputavano un Santo; e s'egli avesse raccontato loro che la sua mula gli aveva tenuto proposito di teologia, glielo avrebbero creduto; se affermato essere uno dei sette dormienti che dormirono settemila anni, sette giorni, sette ore e un quarto, glielo credevano; se prometteva di staccare il sole dal firmamento, gli si gittavano ai piedi a misericordia che nol facesse, perchè ne sarebbero rimasti inceneriti.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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