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      – Poveri Infedeli! Dio sa quanti Santi di questa forma venerano adesso nelle loro meschite. – Udita che ebbe costui la chiamata, piegando in croce le mani sul petto profondamente si curvò, e disse: "Il Signore illumini i passi della tua gloria: molti sono nelle storie gli esempi che richiedi."
      Io non gli ho mai saputi.
      interruppe l'Amira.
      Questo deriva da non averli imparati. Raccontano le storie dei vecchi tempi, come quando Ruggero il Normanno ci rapì la signoria di Sicilia, un Roberto Sorlone suo prossimo consorte s'inoltrasse con una masnada di cavalieri sino nel contado di Gerami. Ora dominava in Gerami il lodato nella fede del Profeta Sidi Cheik-Alì padre della bella Zulema: era Zulema l'amore di Ibrahim, e di Rhèdi; giovani principali nelle loro tribù, pari di anni, di vigoria, e di valore; ambedue facevano risuonare la notte serena delle loro arpe armoniose, ambedue cantavano sotto le gelosie della bella Zulema, e lei dicevano corona di vita, pupilla degli occhi, e sè stessi assomigliavano agli usignuoli innamorati della rosa della valle, e scongiuravano la vergine a risguardarìi almeno nello estremo sospiro, che divisavano esalare sotto il suo balcone. La notte che precedeva la battaglia cadde un ranuncolo, il quale tra i fiori meglio si assomiglia al cuore; ognuno lo voleva intero per sè; vennero a contesa: se non accorreva la gente, si finivano a morsi: Ibrahim spezzò l'arpa sul capo di Rhèdi; convennero di andare per le spade, e conoscere a cui sarebbe rimasta la vergine.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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