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      - O dove volete, ch'ella li conduca?
      - E poi, coglierli per l'appunto su l'atto reputo impossibile.
      - O come mai! Le volpi si prendono sempre alla tagliola.
      - No... a cotesto rischio di far le cose alla scoperta non voglio, anche potendo, avventurarmi io...
      - Dite piuttosto, interruppe il Conte con maligno sorriso, dite piuttosto che i drudi di femmina sessagenaria voi gli avete nella immaginativa vostra pescati pel bisogno di trovare in altri le colpe, che scusino le vostre; dite, che la cagione che vi muove sta nel desiderio, che l'usufrutto di vostra madre cessi; nè in questo so darvi torto, imperciocchè conosca come i padri eterni facciano i figli crocifissi se non co' chiodi, almeno coi debiti; - il torto, che io vi do, è aver voluto prendervi beffe di un povero vecchio - e giucare meco dello astuto...
      - Signor Conte, in verità io vi giuro...
      - Silenzio co' giuramenti; io credo, o non credo; e i giuramenti mi danno aria di puntelli alle fabbriche, segno certo che le minacciano rovina: però a voi senza giuramenti non credo, e co' giuramenti anche meno.
      - Deh! via non mi abbandonate. - E questo disse costui tanto avvilito, che parendo al Cènci avere ormai scosso a sazietà cotesto sacco di farina ria, e volendo dar fine al conversare, irridendo rispose:
     
      O dignitosa coscïenza e netta,
      Come ti è picciol fallo amaro morso!
     
      Andiamo, riprendete animo: Minor vergogna, maggior colpa lava. Però, a confessarvi il vero, non posso darvi consiglio che valga. - Ricordo aver letto come in altri tempi, in certo caso affatto simile al vostro, fosse veduto adoperare con ottimo successo questo argomento.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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