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      .. - Ah! li prenderò...
      L'angiolo dell'Accusa portò questo peccato alla cancelleria del cielo e lo registrò nel libro maestro delle colpe umane, senza che l'angiolo della Misericordia vi lasciasse cader sopra una lacrima, e ve lo cancellasse per sempre come sul pietoso giuramento dello zio Tobia.
      - Ecco il danaro; promettete dunque?
      - Prometterò.
      - Ora avvertite di non mancare; manderò, o verrò io stesso a vedere se avrete attenuto il patto: se troverò altrimenti, guai! Mi chiamo Francesco Cènci, e basta.
      Il Curato fra lieto e tristo intascò la moneta; e, profferte umilissime grazie, con copia di riverenze si allontanò dal male visitato barone.
     
     
     *

      * *
     
      Marzio tornava in compagnia di Olimpio. Ebbe Marzio la promessa mercede, ed ordinandolo il Conte si ritirò nell'anticamera.
      - Che c'è egli di nuovo, Eccellenza?
      - Ci sono altri centoquaranta ducati da metterti nella cintura...
      - Voi mi volete far morire d'indigestione...
      - Mi era parso, poc'anzi, tu ti partissi pessimamente soddisfatto, ed io ho voluto richiamarti perchè tu abbi la miglior giunta alla buona derrata.
      - Questo è proprio un diluvio di tenerezza per me!
      - Tristo cavaliere è colui, che non ha cura del suo cavallo; e non vi ha favore ch'io non mi mostrassi parato a farti, per torre via dal tuo cuore quella po' di ruggine che potresti avere concepito contro di me.
      - Ruggine, io? Ma che vi pare, don Francesco; io vi ho voluto sempre più bene che al pane.
      - Che si fa a morsi, eh? Vien qua, piacevolone, ch'ella è appunto una burla quella che ti propongo.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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