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      - Ma perchè non ricorriamo al Papa? Vi ricorse pure Olimpia, e con ottimo successo?
      - E non vi ricorsi io? Mi prostrai ai suoi piedi; bagnai il pavimento di lacrime; pregai pei figli miei, per voi, ed anche per me: gli esposi a parte a parte le paterne enormezze; non gli nascosi nè anche le più riposte, e più infami; lo supplicai, per quel Dio che presume rappresentare in terra, a volerci prendere sollecito ed efficace riparo. L'austero vecchio non si commosse, non battè ciglio; mi pareva raccomandarmi alla statua di bronzo di san Pietro, di cui i piedi sono logori dai baci; e sempre freddi. Mi ascoltò con faccia di pietra; tenne ognor fitti nei miei gli occhi suoi grigi, e pesi come di piombo; poi pronunziò lento queste parole, che mi caddero su l'anima a modo di fiocchi di neve: "Guai ai figli, che manifestano le vergogne paterne! Cam per questo fu maledetto. Sem ed Jafet, che usarono reverenza al padre loro, furono all'opposto dilatati, e le loro generazioni abitarono nei tabernacoli di Canaan. Leggesti mai che Isacco mormorasse contro Abramo? La figlia di Jefet si ritirò forse su i monti per maledire suo padre? I padri rappresentano Dio in questo mondo. Se tu avessi tenuto reverente la faccia inclinata per adorare, non avresti veduto le colpe del tuo genitore, e non lo accuseresti: va in pace". E così favellando mi dimise dal suo cospetto. Ora tu lo vedi a prova: Olimpia adoperando gli argomenti medesimi potè trovare la via della grazia nel cospetto del Papa: io, invece, trovai quella della indifferenza, o dello sdegno: qui dentro vi ha un destino, che vuole così. Che cosa può l'uomo contro il destino?


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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