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      La sembianza del fiero vecchio era quieta di paurosa tranquillità; impenetrabile e sinistra come quella della sfinge. Si restrinsero insieme, tacquero; non osarono levare gli occhi, nella guisa che gli uccelli, tacendo acquattati sotto le foglie, allo accostarsi del falco s'immaginano non essere veduti. Sola Beatrice gli stette ferma, e risoluta davanti.
      - Testimoni i santi, egregi figli congiurano la morte del padre scellerato. - Fatevi oltre... chi vi trattiene, via? Di che temete? Quale può opporvi resistenza un vecchio inerme, e solo? Acconcio è il luogo... presente il Dio... preparato l'altare... pronta la vittima... dove avete, sciagurati!, il coltello?
      E poichè tutti, presi da stupore, stavano muti, Francesco con voce pacata continuò:
      - Ah! voi non osate... i miei occhi vi spaventano?... a veruno di voi basta il cuore per guardarmi in volto? Poveri figliuoli! Or via, se nol sapete, v'insegnerò io il modo per consumare il vostro disegno con sicurezza piena... con tutta la viltà di cui siete capaci. Quando la notte è cheta, e vostro padre... Francesco Cènci... insomma, io dormo... allora i miei occhi non vi metteranno spavento... cacciatemi presto presto un ferro ben tagliente - un pugnale bene appuntato da voi tra un rosario e un altro - qui - sotto la mammella manca... vedrete come penetra agevolmente. È un filo la vita del vecchio: anche la mano di un fanciullo... anche la zampa di questo ragnatelo ( - e così favellando sollevò la destra del morticino, che poi rilasciò cadere con infinito disprezzo sopra la bara - -) potrebbe tagliarlo.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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