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      Il capo del cadavere percosse sul capo dei vecchio; la bocca fredda di quello si allacciò ai labbri di questo; i capelli biondi del giovanetto trapassato, e i capelli canuti del vecchio vivo, si confusero insieme; - la fiammella di un cero appiccò fuoco in cotesta chioma mescolata di vita e di morte; la vampa dilatandosi arde ad un punto la guancia e la tempia di Virgilio, e la guancia e la tempia del Conte: da entrambi usciva un leppo nauseabondo di carne abbrustolita; uno solo sentì lo spasimo. Il vecchio, scuotendosi come serpente calpestato, trafitto da angoscia ineffabile ruggiva:
      - Il morto mi brucia!...
      Con disperato sforzo il vecchio si liberò dal cadavere; giunse a mettersi a sedere; poi a stento in piedi. Oh quanto era orribile a vedersi Francesco Cènci! Le chiome arse, e tuttora fumanti; la guancia e la tempia gonfiate per la scottatura; le pupille rientrate tutte nel ciglio, sicchè degli occhi non si vedeva altro che il bianco chiazzato di sangue, e giallo in parte di colore bilioso: le membra tutte tremendamente convulse.
      - Ah Francesco Cènci! - battendo i denti sussurrava costui; - voi avete avuto paura! Codardo! tu hai avuto paura. Una fanciulla e un morto mi hanno messo paura... adesso io vedo, che tu sei vecchio davvero!
      Beatrice era scomparsa. Il vecchio brancolando si ridusse alle sue stanze, chiuso in pensieri di spavento e di sangue.
     
     
     
     
      CAPITOLO VIII.
     
      DISPERAZIONE.
     
     
      Che fai? Che pensi? A che pur dietro guardiNel tempo, che tornar non puote omai,
      Anima sconsolata!....


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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