Pagina (130/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il signor Lanci interdetto si sprofondava in inchini; la voce gli negava l'ufficio consueto, ma le lacrime gli sgorgavano dagli occhi. Però, siccome amore si pasce di sospiri, di pianto e di speranza, non per questo smetteva il costume di farsi vedere sotto il palazzo, pago di contemplare almeno la dimora della donna amata. Certo giorno, poco innanzi l'alba, udii sotto le finestre di camera mia parecchie voci, che gridavano: "Misericordia, Gesù!" Scesi subito per la via con la spada in una mano ed un torchietto nell'altra, e vidi presso l'arco di casa il corpo del signor Gasparo trapassato da un coltello che dalla spalla destra gli riusciva sotto la mamma sinistra, dove aveva cantato di sentirsi il fuoco. Ma questo è nulla. Mia madre, già logora dai sofferti dolori, diventò più trista pel caso avvenuto al signor Gasparo buona anima; parendole, come pur troppo era chiaro, che per cagione sua egli avesse incontrata la mala morte. Già anche prima di cotesta strage poco ella usciva di casa; adesso poi non si lasciò più veder fuori, vivendo ritiratissima tutta chiusa nelle sue afflizioni. Così travagliata da nuovi e vecchi dispiaceri decadde per modo, che a quanti conversarono con esso lei parve che ormai pochi giorni le rimanessero a dimorare sopra la terra: inoltre la voce della sua prossima morte veniva sparsa a sommo studio da Francesco Cènci, novellamente accesosi, piuttostochè d'amore, di furore per la Lucrezia Petroni nostra matrigna. Certo dì, quando reputò il tempo opportuno, Francesco Cènci, colto il destro che mia madre, seduta a mensa al suo fianco, volse il capo per chiamare uno staffiere, egli, pronto come la lingua dell'aspide, gittò una presa di polvere nel suo bicchiere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Lanci Gesù Scesi Gasparo Gasparo Francesco Cènci Lucrezia Petroni Francesco Cènci