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      ....ma sappiate che i figliuoli miei, i nepoti vostri, non hanno vesti che bastino a cuoprire la loro nudità; - mancano spesso di pane per saziare la fame. -
      E le lacrime d'orgoglio, che versava poco anzi liete e rare, si convertirono nella povera madre in pianto dirotto, e pieno di dolore.
      - Come può essere questo? Certo io non vorrò negare di essermi mostrato sempre a Giacomo piuttosto scarso, che no; però che la esperienza mi avesse ammaestrato, com'egli crescesse nei costumi poco lodevoli in proporzione della facoltà ch'ei possedeva per alimentarli. La botte delle Danaidi fu favola, ma la prodigalità di mio figlio è vizio pur troppo irreparabile. A me repugnò sempre contribuire a renderlo peggiore di quello ch'ei sia. Mi ha ognora trattenuto dal mostrarmi largo soverchiamente con lui una sorte di rimorso, e il timore di doverne rendere un giorno conto a Dio. Se i nostri antenati non avessero fondato i fidecommissi, ed io non attendessi a imitarli in questa lodevolissima pratica, ma sapete mia cara Signora, e spettabile nuora mia, che io andrei pensoso - ma pensoso davvero intorno alla sorte dei vostri figli, e miei nepoti? - Nonostante ciò, mi sembra che con duemila ducati annui si possa provvedere alle necessità, ed anche alle comodità della vostra famiglia.
      - Ma Giacomo afferma che voi gliela trattenete, e che gli gettate pochi scudi, così di tanto in tanto, piuttosto in segno di oltraggio, che in sollievo della sua miseria...
      - Egli lo afferma? E forse anche lo giura con la stessa parola di gentiluomo onorato con la quale vi accertava me sciente, e consenziente del vostro matrimonio?


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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