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      .. - Tu fremi, buona Luisa? - Sospendi il tuo orrore, chè avrai a fremere di bene altre cose poi. Quando io, misero padre! mi faccio a piangere sul cadavere dell'angelica creatura, avanti tempo chiamata a vita migliore, io non so quale o nuova insania, o inaudita rabbia gli strascinasse... ecco mi rovesciano addosso il morticino... mi percuotono... mi feriscono... Guarda, figlia, di per te stessa, esamina... io porto impressi nel volto i segni del sacrilego attentato...
      Qui si fermò come rifinito dall'atroce memoria; quindi, in suono di pianto, riprese a favellare:
      - D'ora in avanti, quando mi verranno incontro i miei figliuoli... Giacomo sopra tutti... sai tu, che cosa mi toccherà a fare? Tentare se mi abbiano bene affibbiato il giaco... frugare se mi sia dimenticato il pugnale. Tra lui e me porre un cane fedele, che dal suo furore mi preservi la vita... Sì, un cane; poichè il mio sangue mi procede siffattamente nemico. Sfiduciato della razza umana, bene è forza che io cerchi la mia difesa fra le bestie: - anzi questo cane io aveva, e fedelissimo a prova... ed essi me lo hanno ammazzato di un colpo di spada nel cuore... truce presagio di ciò che riserbano al padre loro. - Già da qualche tempo m'invade un pensiero... che, nato sul mio doloroso guanciale, ha preso a impadronirsi di me come idea fissa... ed è se io debba permettere ch'essi consumino il parricidio, o piuttosto, troncando con le mie proprie mani questa misera vita, risparmiare in un punto a loro la infamia e la pena del delitto, a me il supplizio incomportabile di vivere.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Luisa