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      .. Noi siamo peggio che orfani... essi non hanno padre, noi abbiamo per padre un carnefice... rammentate le vostre figlie, nobili Cavalieri... rammentate le vostre figlie, Padri cristiani... ed abbiate pietà di noi... conduceteci a casa vostra.
      - Giovanetta, il tuo dolore mi rende tristo, ma io nulla posso per te... rispose un convitato; e un altro:
      - Aspetta, e spera. La speranza farà sbocciare anche per te le rose della contentezza. - Un Cardinale riprese:
      - Se preghiere e voti, cara figliuola, potranno giovarti, noi non cesseremo di raccomandarti nelle nostre orazioni.
      E gli altri via via profferivano di siffatte parole... gelide e lugubri come spruzzi di acqua benedetta gittati sopra la bara. I convitati si partirono, e parve loro di respirare liberamente sol quando uscirono all'aria aperta fuori del palazzo. Alcuno, allontanandosi, di tratto in tratto si voltava con lo affetto del marinaro,
     
      Che uscito fuor del pelago alla rivaSi volge all'acqua perigliosa, e guata.
     
      Tutti sgombrarono la sala: rimasero don Francesco e Beatrice, e, non avvertito, anche Marzio; chè prossimo ad una credenza, faceva sembiante di attendere a raccogliere i vasellami di argento.
      - Ora ti sei di per te stessa chiarita? - interroga Francesco Cènci Beatrice con labbra riarse. - Hai tu conosciuto l'aita di Dio quale sapore si abbia? L'aita degli uomini ti sembra da farne maggior capitale? Non importa, no, che tu bendi gli occhi a la giustizia affinchè non si commuova; lasciaglieli pure aperti... fa che ci vegga.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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