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      Non importa, pensò il momento dopo; e con voce più forte, quasi volesse rimettere il tempo perduto, con raddoppiata prestezza gridò:
      - Trecento ducati a cui gli salvi... trecento ducati d'oro, dico... trecento ducati servono per maritare due figliuole... Romani! - Nessuno si allenta? Sgombratemi davanti... davanti, dico... Cristo mi aiuti!
      E leggiera come un uccello salì su per la scala, mentre le stanghe, appoggiate al muro su in cima, già abbronzite fumavano. Arrivata in prossimità della finestra, nel medesimo punto ella disse:
      - Datemi... e le fu risposto:
      - Eccovi il figlio.
      Si erano indovinate. Madri entrambi, sapevano come supremo anelito pel cuore materno sia la salvezza della sua creatura. Scese. Un giovane popolano, vergognando che altri non si fosse mosso, si attentò a salire fino a mezza scala, raccolse il pargolo, e lo portò in luogo di salvazione.
      E Luisa risalì mentre su per le stanghe delle scale scorreva la fiamma come lingua di vipera; cessava dove poneva la mano, ritornava più vivida appena levata. Giunta faccia a faccia della donna, che supponeva le avesse tolto lo amore del suo marito, tese valorosamente le braccia... le braccia a lei, che aveva stretto nelle sue il padre dei suoi figliuoli... l'altra vi si gittò delirante di affanno.
      La Madre di Cristo contemplò dall'alto dei cieli cotesto amplesso, e si compiacque essere donna. Certo, non occhi umani nè celesti avevano veduto da secoli un tanto prodigio di carità.
      Luisa stringe di forza la cintura della rivale, e scende.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Luisa Madre Cristo