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      L'uomo, per quanto tristo egli sia, contiene sempre qualche parte di buono; e fra persone da arti lodevoli, o triste non assuefatte a contenersi, o a fingere, il trapasso dal male al bene, e ai modi di significarli avviene inopinato ed improvviso. Io non so se l'uomo nasca con anima prava. Questo si trova nelle Sacre carte, e santi Dottori della Chiesa lo hanno approvato; ma io ne dubito, e affermarlo decisamente non potrei. Solo parmi che dentro noi di queste due cose succeda l'una: o la bontà ricama sopra un velo di scelleraggine, o la scelleraggine ricama sopra un velo di bontà. Chi meno ha pratica di fare i conti con la sua anima, e si lascia più trasportare dai subiti moti del sangue forse sarebbe il migliore, se o la ignoranza troppa, o le abitudini inique, o gli stimoli altrui non gli chiudessero la via a ben fare, o in quella del male nol sospingessero.
      Veramente, per sostenere questa sentenza, in me fa mestieri fede di bronzo; perchè uomo al mondo, io penso che non fosse mai scorticato vivo come me dal Popolo, il quale appunto argomenta poco, e sente molto.
      Il Popolo, dopo avermi salutato amico e padre, ad un tratto mi disse vituperio; mi caricò di catene, e mi chiamò a morte! Con questi miei orecchi udii i figli del Popolo, che io mi studiai sempre, come potei meglio, onorare e avvantaggiare, allagando il Palazzo della Signoria spartirsi poca moneta al lume dei lampioni, e dire l'uno all'altro: "A te si perviene meno, perchè sei piccolo; nè ti è bastato il fiato a urlare quanto me MORTE! MORTE!"


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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