Pagina (212/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - State sicura, Verdiana, che questa moneta non mi viene da parte del diavolo, bensì da un fiore di gentiluomo romano: però io so una storia di scudi volati senza opera diabolica; e se a voi piace ascoltarla, io ve la racconterò.
      - Giusto! ho tempo di ascoltar novelle! A mano a mano siamo a mezzo giorno, e non ho anche messo la pentola al fuoco...
      - Ci è più di un'ora a mezzodì, Verdiana; e poi la è storia breve... storia, intendete bene, non novella...
      - Via, fate presto, che io vi ascolterò.
      Il curato appoggia i reni al saccone, e punta entrambi i piedi sul pavimento: poco oltre, davanti a lui, Verdiana stava ritta ad ascoltare: in mezzo ad essi era lo inginocchiatoio.
      - Dovete dunque sapere, incominciò don Cirillo, che ci fu una volta un vecchio avaro, il quale quando del danaro prestato prendeva l'usura del cinquanta per cento gli sembrava regalarlo. Ora costui non volendo per la sua tristizia fare la spesa di un forziere di ferro, comprò una cassa da morto; la cerchiò da se, come seppe meglio, di bandelle di ferro, e vi adattò una vecchia serratura; poi la nascose sotto il letto, e di mano in mano andava a depositarvi la male acquistata moneta. Quantunque poco temesse di ladri, per essere casa sua guardata diligentemente, pure onde allontanare ogni sospetto quando mai pervenissero nella stanza, scrisse sopra la cassa "Hic est Christus Dominus meus"(74): quasi volesse dare ad intendere che quella fosse una reliquia, e così rinforzare la debolezza della serratura con la reverenza della religione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Verdiana Verdiana Verdiana Cirillo Christus Dominus