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      .. qui il terreno mi brucia i piedi,... l'aria che respiro è veleno... Guido... andiamo.
      - Beatrice!...
      - Non parole... partiamo, ti scongiuro, prima che cessi il battere di occhio della occasione. - Se non mi vuoi sposa, non importa... mi riporrai dentro un convento... qualunque... anche in quello delle Clarisse, dove si mura la porta dietro alla votata;... ma salvami, ti comando, da questo luogo maledetto...
      - Oh Dio, diletta mia, che cosa è mai questo furore? - Le carni ti scottano come per febbre.
      - Qui... qui dentro ho la morte. Toglimi alla disperazione... alla dannazione eterna... Che cosa ho io? Immagina delitti, che fanno impallidire uomini di sangue... delitti, che drizzano i capelli sopra la fronte ai parricidi... che stringono le ossa di ghiaccio, - che fanno battere i denti come pel ribrezzo della quartana, - che impediscono il varco alla voce, e impietrano le lacrime: - immagina tutti i delitti, che la favola racconta della famiglia degli Atridi... che fanno balzare l'Eterno sopra il suo trono immortale, e stendere le mani al fulmine... che avvampano di vergogna le gote dello stesso demonio... immagina... immagina ancora... tu non troverai le infamie, che si tramano e si compiono in Roma - qui - dentro il palazzo dei Conti Cènci.
      - Tu mi empi di terrore... ma parla... ma dimmi...
      - E potrei dirle io, e tu ascoltarle? Se io le palesassi, tu vedresti il mio rossore rompere il buio della notte che ne circonda... io morirei di vergogna ai tuoi piedi. Ti basti saperne questo, che io vergine e gentil donzella romana.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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