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      .. io dai cui labbri non uscì parola che vereconda non fosse, - io che non concepii pensiero il quale non potesse confidarsi all'Angiolo Custode... torrei vivere piuttosto la vita infame della cortigiana, che rimanere più oltre un'ora, un minuto dentro queste soglie, traboccanti della ira di Dio. - Misteri di orrore che non devono rivelarsi, nè possono. -
      - Ma dove potrai venire meco così? Come farai a salire, ingombra dalle vesti? Aspetta a domani...
      - Domani! Ahi sciagurato! forse è già tardi adesso. - Io non ti lascio... a te mi attacco come tanaglia infuocata... Via... via... corri, chè io ti tengo dietro.
      - Sia dunque come vuoi; andiamo con lo aiuto di Dio...
      - Insalutato il padrone di casa? - Questa non è cortesia... gridò una voce beffarda, e al tempo stesso un gran colpo di scure venne abbrivato contro la persona di Guido. Per buona ventura lui non colse, chè lo avrebbe fesso pel mezzo; ma dette in pieno nel tronco dello alloro presso il quale si trattenevano gli amanti, e lo recise non altrimenti che un giunco si fosse; rovinò il legno, e cadendo percosse, e disgiunse le mani per cui Guido e Beatrice stavano uniti. - Infausto auspicio di amore sventurato!
      Guido fieramente commosso, non atterrito, errava tentoni per l'aere nero in traccia della mano di Beatrice, quando un fiero urto lo sospinse per molti passi lontano, e ad un punto un uomo gli fu sopra dicendogli con voce sommessa:
      - Sconsigliato! fuggite, o siete morto. Io v'inseguirò per salvarvi - e poi a voce alta - Ah! traditore, non iscamperai.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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