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      .. dannata, non farò dannare altrui. Signore, io non ti accuso. Tu ponesti sopra le spalle del tuo figliuolo una croce di legno, ed egli vi cadde sotto tre volte; sopra le mie tu l'aggravasti di piombo... io non ho forza per sopportarla, e la getto per terra. - Abbia chi vuole quest'anima desolata... il patto della mia vita è troppo duro, ed io lo rompo. -
      Così favellando, un desiderio inenarrabile di distruggersi le invase la mente; deliberata, con la morte dipinta sopra la faccia, l'anima traboccante di fredda disperazione si slancia di piena corsa contro il muro, e vi percuote la testa... Ahimè! - vacilla, apre le braccia, e cade irrigidita a piè della muraglia.
     
     
     
     
      CAPITOLO XV.
     
      L'AMMAZZATA DI VITTANA.
     
      Vendetta ampia ed intera, che, simile al fuoco,
      distrugga tutto come in quel giorno in cui ilmare morto agghiacciò le ceneri di due città".
      BYRON, Marino Faliero.
     
      Sarebbe pure stata pietà accogliere cotesta anima dolente, la quale, dopo il breve pellegrinaggio di sedici anni sopra la terra, non trovava altro asilo fuorchè nella ombra della morte! A Dio piacque altrimenti. Il volume delle chiome copiosissime ammortendo il colpo, impedì che riuscisse mortale. Quante ore nel miserrìmo stato ella durasse, male sapremmo dire: quando risensò si pose a stento a sedere là dove era caduta appoggiando le spalle al muro, immemore del luogo e del come vi fosse stata condotta. Con le mani si comprimeva dolcemente il capo e la bocca che le dolevano forte, e non sapeva il perchè. Ode profferire il suo nome; tende ansiosa le orecchie, e la chiamata si rinnuova: allora ricordò il racconto di Virgilio, quando gli parve che lo chiamasse sua madre; e la voce, che adesso ascoltava, aveva in se un suono misto di quella del fratello, e della materna.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Marino Faliero Dio Virgilio