Pagina (300/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Piacquero la fama gentile, e i modi magnanimi; e la fama venne conseguita, e i modi furono laudati, comecchè tardi. Si volle provare se cortesia vincesse tristezza, e la prova fu fatta; e sebbene costi cara, sarebbe fanciullesca cosa lamentarne adesso la spesa. I Patrizii si mantennero quali gl'incise sul bronzo della storia uno di loro, che se ne intendeva: "nella prospera fortuna superbi, nell'avversa abiettissimi, infami sempre"(94).
      O sacro Tevere! Prima ch'io cessi di favellare con te, dimmi, chi mai vedesti errare sopra le tue sponde in traccia del cadavere di Tiberio Gracco? - Forse il Popolo, pel quale egli era morto? La madre Cornelia venne sola a chiedere che tu le rendessi il suo figliuolo.
      Popolo! Popolo! Anima di sabbia dove un perpetuo amore scrive senza posa, e dove la eterna ingratitudine del continuo cancella, dov'eri allora che Cornelia errava muta lungo le tue rive in cerca del trucidato figliuolo? sussurrante nelle taverne della vile Suburra, fra le anfore di vino e i ceci fritti(95).
      O cieco! e non ti sei accorto per mille prove come la farfalla della Occasione non sia della famiglia di quelle, che si ostinano a bruciarsi le ale dintorno ad un perfido fuoco? Ella passa, e va via; ma tu, o Popolo, non pure lasci passar via la occasione, ma strappi la fiaccola di mano all'uomo mandato da Dio per illuminarti, e tu stesso gliene accendi il rogo dove l'odio, che non perdona, lo condanna a morire. Il pentimento sopraggiunge a passo zoppo, grinzoso in vista, con gli occhi ciechi dal piangere dirotto come le preghiere di Omero(96); però giunge sempre infallibile.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Patrizii Tevere Tiberio Gracco Popolo Cornelia Cornelia Suburra Occasione Popolo Dio Omero