Pagina (305/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      .. oh! allora è obbligo chiarirle. Credete che sia vostro il segreto, quando mi avete fatto comprendere ch'egli cela il mio vituperio?
      - Mi pare che a voi non ispetti dire questo, perchè le mie parole possono suonare oscure a tutti altri fuori che a voi. Volete il commento al mio testo? Ebbene; eccovelo pronto. Donde vi vennero queste masserizie? Chi provvide questa copia di robe al vivere non che necessaria, superflua? - In questa casa, è vero, io vi lasciai la miseria, e vi trovo l'abbondanza; ma io vi lasciai ancora un'altra cosa, che vi ricerco invano, ed è il mio onore. - Ora non hanno a procedere dal padre la povertà, e la larghezza dei suoi? - Chi sono i castaldi che hanno mietuto per voi? Dov'è il forziere donde prendeste la moneta? Certo non erano del vostro marito. Come si chiama colui che provvede ai bisogni vostri, e di queste creature? Dove si nasconde il cortese, che prende cura di voi più che io stesso? Perchè l'amico della mia famiglia teme di svelare la sua faccia a me?
      - Giacomo, per onor vostro, pensate che voi oltraggiate una madre alla presenza dei suoi figliuoli...
      - Ma essi che cosa sono mai se non che testimoni, i quali v'incolpano peggio delle mie parole?
      - Un parente vostro... e mio... mi sovvenne; io non posso palesarvene il nome perchè mi sono vincolata a tacere. Io mi sento donna da vedere i miei figliuoli piuttosto morti di fame, che pasciuti di vergogna. Questi sospetti di viltà non mi toccano, e vuo' che sappiate, o Giacomo, che io mi sento pura quanto la madre vostra, che adesso è in paradiso.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Giacomo