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      Io...
      - Voi!
      - Sapete chi portò al nobile vostro consorte la lettera perfidamente calunniosa, che forse lo ha tratto in furore? Io. - Sapete chi tutto questo ha immaginato perchè voi, e vostro marito vi odiaste? - Il conte Francesco Cènci. Egli si fregava tutto allegro le mani, e disse: è più facile che una rupe spaccata dal fulmine si riunisca, che la mia nuora torni ad amare Giacomo. Ho seminato l'odio, raccoglieranno la desolazione.
      Donna Luisa si scioglie impetuosa dal braccio di Olimpio, e corre veloce così, che avrebbe vinto nella fuga il cervo: giunge a casa, irrompe nella stanza ove giaceva sempre inferma la povera Angiolina, e approssimatasi al suo letto palpitante e affannosa, la interroga:
      - Donna, per quanto amore porti al tuo Dio, guarda di non mentire. Conosci tu il Conte Cènci?
      Angiolina, spaventata dalla costei vista, e non la ravvisando per gli abiti mutati, come quella che sempre l'era comparsa davanti in veste maschile, risponde:
      - Chi siete voi? Che cosa volete da me?
      - Io non rispondo, interrogo, soggiunse imperiosamente donna Luisa - dimmi se tu conosci il Conte Cènci?
      - Ma voi... sareste forse sorella del mio benefattore?
      - Che t'importa cotesto? - esclama donna Luisa, percuotendo impaziente di un piede la terra; - o uomo, o donna, o demonio, non cercare da cui ti venga la vita. Rispondi... rispondi; - e ripercuoteva co' piedi il pavimento.
      Angiolina, come sotto la pressione di un sogno tormentoso, diceva:
      - Sì, lo conosco...
      Lo conosci, eh! sciagurata, e questo è il figliuolo dei vostri amori?


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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