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      - Siete voi madre, Signora?
      - E se non fossi madre avrei avuto cuore di avventarmi nelle fiamme per salvare te, e il tuo figliuolo?
      - Voi? E vi chiamate?
      - Donna Luisa...
      - Moglie?
      - Di Giacomo Cènci.
      - Ah! Signora; comunque io sia femmina di scarso intelletto, pure comprendo che lingue malvage hanno ad avere messo scandalo di me. Ora uditemi. Santo è il nome di Dio, santo è quello del Redentore, sacre cose sono la coscienza e l'anima; ma io non giurerò per queste. - E messa la mano sul petto del caro pargolo, che le giaceva in culla accanto al letto, proseguiva così: - se io vi ho favellato parole di menzogna possa... in questo momento cessare di palpitare sotto la mia mano questo cuore del mio cuore...
      Luisa, come donna tratta fuori di se,
      - Ti credo... oh! ti credo, esclamava; e piegandosi sopra Angiolina, le prese con ambe le mani la testa, la baciò pei capelli, per la faccia, pel seno, senza avvertire punto come coteste scosse lei, non bene risanata, addolorassero. Angiolina, per istinto di virtù gentile, frenava appena i lamenti di angoscia che le cagionavano coteste procellose carezze.
     
     
     *

      * *
     
      Anche del cervello si conosce la carta topografica. Gall e Spurzheim vi hanno tracciato sopra le strade maestre, le provinciali, e quelle di sbiado; anzi perfino i viottoli, onde non si smarrisca chiunque abbia vaghezza di viaggiarlo per lungo e per largo. Venite qua, lettore; considerate questo cranio segnato: gittate l'occhio sopra l'ordine delle facoltà affettive, genere primo; alla lettera B troverete lo amore della vita, cioè subito dopo la lettera A che distingue la cupidità del cibo.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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