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      Volgiamoci all'Adriatico, poichè da questi luoghi si scorgono entrambi i mari; colà si levano ancora le torri di Ancona, le quali una volta rammentavano disperata difesa cittadina, ed esoso nemico respinto; oggi poi ricordano gemino stupro, e invendicato da gente, che si nutrisce di vergogna come di pane. Cesena richiama alla mente la strage nefanda ordinata dal Cardinale di Ginevra. Giovanni Acuto, soldato di ventura, sentì ribrezzo dello indistinto eccidio; ma il sacerdote furibondo urlava: "Sangue; io voglio sangue, e siano morti tutti"(112) O Cardinale, tu a buon diritto ti guadagnasti la porpora vermiglia.
      Poco più oltre ecco Senigaglia, che dura famosa nel mondo pel modo tenuto dal duca Valentino, il truce bastardo di Alessandro VI, per ammazzare i Baroni della Romagna(113).
      Così, sia che tu ti volga alla diritta, o alla sinistra sponda, i mari d'Italia gridano lungo i liti: tradimento!
      Da Rocca Petrella guardando a oriente vedi le acque del lago Fucino: esse dormono adesso simili a quelle del mare morto. Un giorno furono piene di stridi feroci, di aneliti, e di stragi. Claudio, sazio delle morti del circo, qui volle letiziare i suoi occhi con lo spettacolo di una battaglia navale, e trovò tremila uomini, o piuttosto belve con la faccia umana, che consentirono a trucidare, e ad essere trucidati pel piacere dello Imperatore; nè già con ira, o imprecando sul capo di lui le furie, ma lieti e salutanti(114). Così l'antica Roma ebbe più schiavi disposti a morire per la ricreazione di un tiranno, che Roma moderna cittadini per la libertà della Patria!


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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