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      - Da che?
      - Da hoste, che vuol dire proprio nemico in lingua latina; ma forse avrò sbagliato. Ora sentiamo un poco che cosa vi avvisereste fare, ospite mio?
      - Manderemo questo ragazzo qui su pei boschi dove stanno i carbonari. A questa ora le buche del carbone hanno ad essere fatte; sicchè i carbonari, un po' per usarmi cortesia, un po' per buscare qualche scudo, saranno contenti di venire fin giù, e condurvi alla Rocca Ribalda. Bisognerà che camminiate tutta la notte, perchè a un bel circa, poco più poco meno, prima di arrivarci saremo su le trentaquattro miglia.
      - La strada è come quella del paradiso, che si vorrebbe fabbricata più larga per comodo di noi altri poveri peccatori. Ad ogni modo la luna si leva sul tardi, e agevolerà lo scendere e il salire.
      - Ma perchè non aspettate domani? Qui troverei modo di ripiegarvi tutti... rammentatevi che abbiamo un collo solo.
      - No, a me importa arrivare presto.
      - E aggiungete, che domani per tempo avrete cavalli da pari vostro...
      - No, manda pei muli dei carbonari...
      - Farò come vi piace, Eccellenza; anche i muli portano a casa.
      Il ragazzo bruno di carne, con occhi fissi di falco stavasene appollaiato sopra una catasta di legna, contento come su di un cuscino di velluto. Nel sembiante mostrava tale idiotaggine, da mettere ribrezzo in chiunque avesse avuto bisogno di alcun servizio da lui. Il Conte sdegnoso, guardandolo di traverso, gli diceva:
      - Non hai inteso? A questa ora dovresti essere lontano un miglio.
      - Non vi date fastidio, Eccellenza, chè sarebbe fiato perso.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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