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      Negli sforzi fatti tirando le labbra verso le orecchie, egli scoprì una immane rastrelliera di zanne donde sporgevano maiuscoli i due denti canini, i quali comprimevano il labbro inferiore anche a bocca chiusa. Aveva in testa un berretto bianco di tela, trinato, e legato con nastro di seta colore di fuoco: intorno al corpo gittò una zimarra di panno bianco soppannata di colore di rosa.
      Dalla parte destra era una donna... donna? Sì, donna: i suoi capelli bianchi e neri le stavano arricciati, irti sul capo, come se tutta notte avessero litigato fra loro. Io non ho tempo, e manco voglia, di dipingere tutti i personaggi di questo racconto: molto più che se tu volessi, mio diletto lettore, formati idea precisa di questa creatura, non avresti a far altro che rammentarti il bassorilievo della morte del Conte Ugolino, attribuito a Michelangiolo. Al sommo del quadro apparisce la figura della Fame; torna a guardarla, e fa' il tuo conto che la mia donna ne avesse somministrato il modello allo scultore. Mentre l'uomo si vestiva in fretta così favellava:
      - Carmina, cuore mio, questo negozio io spero che mi rimetterà in grazia del Vicerè. Anni sono, pei delitti che succedevano su i confini dalla parte della Chiesa egli voleva che bevessimo grosso; e se i misfatti non riguardavano proprio gli Spagnuoli, non ne avevamo nemmeno a parlare. - Chi sa? forse voleva ammonticchiarvi immondezze, per dare faccende alla granata di Sisto V: ora, ad un tratto, pretende che dobbiamo avere più occhi di Argo, - di quello Argo, sai, messo da Giove a guardare la vacca Io, - e più mani di Briareo; ma sono curiosi costoro!


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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