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      - Ma vicario, cuor mio, s'intende acqua, ma non tempesta! Continuando di questo passo sarà mestieri portarvi la pasta reale a manovella, e il cioccolatte dentro al bugliolo; e poi abbiatevi riguardo alla salute, chè il cioccolatte, quando è troppo, guasta lo stomaco, e genera malinconia: basta per oggi, cuore del cuore mio dolce. Non sapete che lo imperatore Carlo V per lo abuso, che ne fece, diventò matto?(134) - s'intende acqua, ma non tempesta! Da un pezzo in qua, gioia mia, voi mi parete diventato uno struzzo...
      - E voi, sapete che cosa mi parete diventata da un pezzo a questa parte? Una... una... là... una cicogna.
      Inesplicabile cosa è pure questo nostro cuore! Marzio fino a quel punto, non badando ai discorsi del vicario, stava immerso nel pensiero di darsi la morte. Ora venendo ad un tratto a posare l'occhio consapevole sopra cotesti grotteschi sembianti, udendo il garrito della femmina, e la cagione del garrire, così forte si sentì preso dalla convulsione del riso, che proruppe in altissimo scroscio. Il Bargello, di cui le labbra stavano ordinariamente chiuse come le sue manette, non potè nemmeno egli trattenersi da ridere; ma frenato dalla paura si nascose dietro Marzio, e, mettendosi un pezzo di falda fra i denti, ebbe la buona sorte di non essere udito nè visto dal vicario. Se il Vicario venisse in furore non importa che io dica: tenne cotesto riso irriverente alla sua autorità, ingiurioso alla sua figura, alle sue parole offensivo, un crimenlese universale: insomma un delitto connesso, complesso, e per di più continuato(135). Lasciata da parie la tazza della cioccolata (chè, degl'istinti dello animale di rapina, spenta la voracità prevaleva in lui la smania d'insanguinare gli artigli) con la bocca tutta ingrommata gridò:


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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