Pagina (461/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - Addietro; qui non venimmo a sentire piagnistei.
      E cosa degna di considerazione grandissima come gli esecutori di giustizia, qualunque sia il nome col quale si appellino, e qualunque assisa essi vestano (chè l'abito e il nome nulla mutano al costume), per ordinario pacati, ed anche cortesi negli arresti dei volgari facinorosi, procedano poi con villana compiacenza nel mettere le mani addosso a persone di alto affare. Della quale diversità volendo indagare la causa, ci parve essere la seguente. Cotesta carnaccia non s'irrita contro i ribaldi come quelli che sono stoffa tagliata dalla sua medesima pezza, e perchè in certo modo eglino somministrino materia al mestiero professato da lei. Lo scultore percuote, e manda a schegge il marmo; il sarto frappa il panno e lo trapunta, e non per questo essi odiano il sasso, o la stoffa; anzi così fanno per amore della opera donde sperano ricavare guadagno ed onore. Gli sbirri ed i ribaldi assai si rassomigliano ai marchigiani, o vogliamo dire abitatori delle frontiere, i quali spesso passano da una terra nell'altra per bisogno o per vaghezza: così i primi si trovano ad essere sbirri perchè in quel quarto di ora non sono masnadieri, ed i secondi si trovano ad essere facinorosi però che in quel punto non sia loro toccato di fare da sbirri; e fra loro, tutto bene considerato, altra alternativa non corre. Epperò s'intendono molto più spesso che altri non pensa, e molte imprese di misfatti e di arresti si commettono fra loro di amore e di accordo: essi si corrispondono come l'eco alla voce, come il coltello alla guaina, come il cherico al prete.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814