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      Insomma, egli era un gusto a sentirlo schermire; pareva un toro quando caccia per aria i cani nello steccato. Il cardinale Farnese, personaggio di quella gravità che la Eminenza vostra conosce, prese come prudente il suo partito; e fatti i suoi apparecchi con sagacia pari alla segretezza, calato il sole si fece a visitare Sua Santità. Giunto al cospetto del papa prese con ogni maniera di pietose supplicazioni a raumiliarlo, esortandolo di tratto in tratto a non empire di tanto lutto la casa Farnese, e contristare così l'anima del campione invittissimo della fede, il duca Alessandro. Per la qual cosa Papa Sisto, volendo torsi cotesto fastidio dattorno, presa una carta vi scrisse sopra l'ordine al castellano di Santo Angiolo di consegnare alle ore due precise di notte il prigione al cardinale Farnese, e al tempo stesso scrisse un altro ordine al medesimo castellano, che senza porre veruno indugio tra mezzo, nè anche di un minuto secondo, mettesse a morte il signor Ranuccio. Pare impossibile quale, e quanta fosse l'accuratezza dello eminentissimo cardinale Farnese, il quale, nel presagio che la cosa andasse come veramente successe, corruppe con danari l'orologiaro del castello, e gli fece avanzare l'ora; ond'egli presentatosi con tutta diligenza al castellano ne ottenne facilmente il Principe, che tosto mise in carrozza, e con tanto precipizio spinse fuori di Roma, che correndo, senza mai fermarsi, le poste, si ridusse in salvo ai suoi stati di Lombardia in meno di trenta ore. A me poi, senta qual trama tese cotesto benedetto cardinale.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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