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      In questo modo fu ricercata Beatrice sottilissimamente per tutta la persona, senza che potessero scuoprire il segno indicato.
      - Veramente, prese allora a brontolare, sempre nel suo canto, il Luciani, i maestri dell'arte insegnano come il demonio per ordinario imprima la sua macchia sul seno, o sopra la coscia sinistra; tuttavolta, non essendo astretto a veruna legge, voltatela bocconi, e perlustrate con la solita diligenza la schiena.
      - Ecco... troviamo...
      - Che cosa trovate, nè? - domandò il Luciani, mal si potendo contenere nel cantone.
      - Troviamo a mezza vita un neo, circondato di alquanta calugine color dell'oro.
      - Bene!... benissimo! Comecchè i maestri dell'arte ammoniscano che la macchia deva apparire livida, o nera, tuttavolta ricorre la osservazione, che il maligno essendo spregiatore di ogni legge, non può essersi assoggettato a regola fissa: in ispecie adesso, che, avendola a fare con me, avrà capito che la va da galeotto a marinaro. Signora Dorotea prendete lo specillo, e procurate prima tuffarlo nell'acqua benedetta.
      La beghina tratto fuori un lungo spillo di ferro lo immerse, borbottando non so quali preghiere, dentro un vaso di acqua santa. Il Luciani impaziente domandava:
      - Insomma, avete fatto?
      - Illustrissimo sì.
      - Or via, da brava, cacciatelo giù adagio adagio dentro la macchia infernale.
      Beatrice piangeva di rabbia nel vedersi ridotta a tanta abiezione, e forte dibattendosi cacciava lunge da se ora l'una, ora l'altra delle spietate pinzochere; ma costoro le tornavano sopra più gagliarde che mai.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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