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      - Per ordinario; e sta bene, soggiunse il Turchi, arduo anch'egli a lasciare la presa; ma avendo meco considerato più volte, da una parte come Dio la gran forza di Sansone nei capelli di lui collocasse, e dall'altra come al diavolo piaccia sempre imitare, e volgere a male quello che il Signore opera a fine di bene; così dirimpetto all'autorità, d'altronde negativa unicamente, degli scrittori allegati io ho ritenuto sempre, che i capelli potessero bene e meglio essere scelti dal demonio come sede delle sue perfidissime incantagioni: per ultimo utile per inutile non vitiatur; ed in faccenda siffattamente grave il tuziorismo, voi siete per insegnarmi, non è mai troppo.
      - Il vostro dubbio, riprese il Luciani piegando vinto la testa, e con tal suono, che mal celava lo interno dispetto, non è per certo privo di fondamento, e...
      Ma qui il notaro Ribaldella, il quale era come un'eco dell'anima del suo patrono Luciani, sovvenendo prontissimo a lui pericolante, scrisse sopra un pezzetto di carta una parola, ed umile in atto glielo porse mentre stava per finire il discorso. Lo vide il Luciani, ed i suoi occhi balenarono di ferocia e di superbia: rilevò il capo, e prima lo volse al fido creato con tale un garbo, che pareva volesse dargli un morso, e gli volea sorridere; poi all'auditore Valentino Turchi, e continuò a dire:
      - e meriterebbe plauso se non ci togliesse modo di sperimentare la tortura capillorum, che presagiva applicare in questa mattina; e voi siete troppo rotto nella pratica delle cose criminali per non sapermi istruire, come questa prova partorisca quasi sempre ottimi effetti.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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