Pagina (545/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Il notaro Ribaldella sopra il frammento di carta aveva segnato:
      - E la tortura capillorum?
      L'auditore Valentino Turchi declinò a posta sua il capo confuso; il Luciani insistendo favellò:
      - Anzi per me sono di avviso, che si abbia stamani a incominciare dalla tortura capillorum; secondo poi quello che butta, noi ci regoleremo. - Oh! sì, come dice il proverbio: come il padron ci tratta, e noi lo serviremo.
      - Allo apparire di Beatrice pallida, in aria soffrente, con gli occhi smorti dentro un cerchio azzurro, il Luciani, sempre in atto di mastino quando si posa, s'ingegnò, per quanto gli era dato, comporre a mitezza il sembiante sinistro e la voce arrotata:
      - Gentil donzella! quanto il mio cuore abbia patito nel dovervi porre ai tormenti, Dio ve lo dica per me; chè con parole convenevoli non potrei dimostrarvelo io. Anch'io sono padre di fanciulle per età, se non per bellezza, uguali a voi; e nel vedervi straziare, non senza sgomento ho interrogato me stesso: Luciani, qual mente, quale animo sarebbero i tuoi, se tale aspro governo facessero del sangue tuo? Dovere di magistrato, senso di uomo, pietà di cristiano mi persuadono raccomandare voi stessa a voi. Deh! vi calga della vostra giovanezza. A che monta la pervicace caparbietà vostra? Io ve l'ho detto, e vel ripeto adesso; abbondano in processo le prove per convincervi rea: la confessione dei vostri medesimi complici vi condanna. Meritatevi con ingenua confessione la grazia del beatissimo Padre. Delle somme chiavi, di cui egli ha l'augusto ministero, troppo più gli piacque adoperare quella che apre, dell'altra che serra.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Ribaldella Valentino Turchi Luciani Beatrice Luciani Dio Luciani Padre