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      - Illustrissimo, spieghiamoci chiaro; volete voi che la paziente confessi, o che muoia?
      - Morire, adesso? - Dio ne liberi! Bisogna che confessi...
      - E allora per oggi, non può sostenere altri tormenti.
      Così a quei tempi il carnefice insegnava umanità, e convenienza ai giudici: ai tempi nostri non le insegna loro nessuno; - lo sanno da se.
      - Mastro Alessandro, proruppe il Luciani indispettito, dell'arte vostra io credo intendermene quanto voi, e...
      Il notaro Ribaldella, che si agguantava alla fortuna del Luciani come all'ancora della speranza, presagendo imminente qualche grave scandalo, con quella sua fisonomia da tantummergo, troncò le parole dicendo:
      - Illustrissimo signor Presidente, voi che siete così solenne maestro di proverbii, rammentate avermi ammonito più volte, che chi troppo l'assottiglia la scavezza: se la bontà di vostra signoria illustrissima si degnasse concedermelo, direi, sempre però remissivamente ai lumi superiori di vossignoria illu...
      - Orsù, parlate, con mal piglio gli rispose il Luciani.
      Allora il Ribaldella si levò agile e presto dal suo scanno, e accostatosi all'orecchio del Luciani vi sussurrò sommesso un suo concetto. Egli aveva ad essere infernale davvero; conciosiachè il Luciani, che gli aveva porto ascolto con torbida faccia, la rasserenò ad un tratto, e quasi sorridendo gli disse:
      - Jacomuzzo andate là, chè voi farete passata. - Indi rivolto al carnefice: - Sospendete pure i tormenti, mastro Alessandro, - proseguì a dire, - anzi confortate la paziente, e ingegnatevi a farla riavere.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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